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A “playful antivirus” made of words that cross borders and fly all around the world to enter the homes of boys and girls. The children’s rhyme about the coronavirus Is There Something in the Air? (Che cos’è che in aria vola?), written by Roberto Piumini, one of Italy’s most beloved children’s authors, is available in over thirty languages thanks to the many translators who volunteered their efforts. Its rhymes about the coronavirus will ring out in English, French, Spanish, Galician, German, Russian, Dutch, Macedonian, Bulgarian, Czech, Swedish, Norwegian, Greek, Danish, Afrikaans, Hebrew, Polish, Croatian, Finnish and many other languages.
The project is the result of the joint efforts of the Bologna Children’s Book Fair (BCBF), the Conseil Européen des Associations de Traducteurs Littéraires (CEATL), the International Federation of Translators (FIT) and the Italian translators’ associations Strade and AITI.
As Roberto Piumini explains:
Words are presents, words are seeds
they’re gifts that we have plenty of
and if they’re good they’re all we need,
when we’re apart, to grow our love
Even spanning the geographical borders we can’t currently cross.
Follow the "Roberto Piumini" and "Is There Something In The Air?" tags to see all the translations (or click on the weekly updated links above).
Che cos’è che in aria vola?
C’è qualcosa che non so?
Come mai non si va a scuola?
Ora ne parliamo un po’.
Virus porta la corona,
ma di certo non è un re,
e nemmeno una persona:
ma, allora, che cos’è?
È un tipaccio piccolino,
così piccolo che proprio,
per vederlo da vicino,
devi avere il microscopio.
È un tipetto velenoso,
che mai fermo se ne sta:
invadente e dispettoso,
vuol andarsene qua e là.
È invisibile e leggero
e, pericolosamente,
microscopico guerriero,
vuole entrare nella gente.
Ma la gente siamo noi,
io, te, e tutte le persone:
ma io posso, e tu puoi,
lasciar fuori quel briccone.
Se ti scappa uno starnuto,
starnutisci nel tuo braccio:
stoppa il volo di quel bruto:
tu lo fai, e anch’io lo faccio.
Quando esci, appena torni,
va a lavare le tue mani:
ogni volta, tutti i giorni,
non solo oggi, anche domani.
Lava con acqua e sapone,
lava a lungo, e con cura,
e così, se c’è, il birbone
va giù con la sciacquatura.
Guarda se mamma o papà,
quando torna, se le lava.
Digli “Ok!” se lui lo fa,
alla mamma dì: “Sei brava!”
Non toccare, con le dita,
la tua bocca, il naso, gli occhi:
non che sia cosa proibita,
però è meglio che non tocchi.
Quando incontri della gente,
rimanete un po’ lontani:
si può stare allegramente
senza stringersi le mani.
Baci e abbracci? Non li dare:
finché è in giro quel tipaccio,
è prudente rimandare
ogni bacio e ogni abbraccio.
C’è qualcuno mascherato,
ma non è per Carnevale,
e non è un bandito armato
che ti vuol fare del male.
È una maschera gentile
per filtrare il suo respiro:
perché quel tipaccio vile
se ne vada meno in giro.
E fin quando quel tipaccio
se ne va, dannoso, in giro,
caro amico, sai che faccio?
io in casa mi ritiro.
È un’idea straordinaria,
dato che è chiusa la scuola,
fino a che, fuori, nell’aria,
quel tipaccio gira e vola.
E gli amici, e i parenti?
Anche in casa, stando fermo,
tu li vedi e tu li senti:
si sta insieme sullo schermo.
Chi si vuole bene, può
mantenere una distanza:
baci e abbracci adesso no,
ma parole in abbondanza.
Le parole sono doni,
sono semi da mandare,
perché sono semi buoni,
a chi noi vogliamo amare.
Io, tu, e tutta la gente,
con prudenza e attenzione,
batteremo certamente
l’antipatico birbone.
E magari, quando avremo
superato questa prova,
tutti insieme, impareremo
una vita saggia e nuova.